Video Umbria
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Perugia and Umbria

Umbria, dove perdersi è ritrovarsi in un'altra era

Arte e Artigianato, Natura e Storia. Tutto maiuscolo: perché in Umbria questi quattro elementi, intrecciandosi tra loro nei secoli, hanno avuto un ruolo imprescindibile per la vita dell’uomo e delle comunità che hanno abitato la regione. Il fascino della natura incontaminata e il sentimento religioso – sulle orme di monaci, eremiti, ordini religiosi (come quello di S. Francesco) – spinse artisti e artigiani di ogni parte d’Italia a scegliere l’Umbria come teatro naturale per le proprie attività, aprendo scuole (di pittura), botteghe (di legno e di tessuti), laboratori (di vetro e di ceramiche, come quelle di Deruta) che hanno fatto la storia della regione e dello stile italiano. E il contatto con la natura rigogliosa si offre anche ai viaggiatori di oggi. A Castelluccio, paesino di soli 120 abitanti, circondato dai monti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, tra maggio e luglio, arrivano turisti da tutto il mondo per la fioritura delle lenticchie. A Campello sul Clitunno, sono le Fonti del Clitunno, sorgenti che sgorgano naturalmente dalla roccia, l’attrazione principale dell’omonimo parco, da cui tantissimi poeti e pittori hanno preso ispirazione. E come non rimanere incantati dalla bellezza della Cascate delle Marmore e del Lago Trasimeno, dove lo sport all’aria aperta è la cifra del viaggio, per chi vuole divertirsi facendo vela, bike, trekking, canoa, equitazione. E per gli appassionati di fantasy, a Narni, location che ha ispirato “Le Cronache di Narnia”, è un lungo corridoio a correre sotto la città con i cunicoli dell’acquedotto romano, parte di una domus e la grande sala (dei tormenti) dove avvenivano gli interrogatori dell’Inquisizione.

Le città dell'Umbria: un cammino tra i secoli

Anche a Perugia si fa su e giù, lungo percorsi pedonali che si inerpicano tra quartieri con scorci storici di grande suggestione. I palazzi rinascimentali e i monumenti medievali fanno da quinta alla splendida piazza IV Novembre in cui si trova il simbolo della città, la Fontana Maggiore. Con un animo giovane (grazie alla sua storica università) e un jazz festival (a luglio) che richiama appassionati da ogni angolo del pianeta, Perugia offre anche misteriosi percorsi sotterranei che raccontano di popoli antichi – romani, etruschi, bizantini – e dell’epoca medioevale. Cosa assaggiare qui? Ovviamente il cioccolato (eccezionale quello Perugina), da mordicchiare godendosi il panorama dalla Rocca Paolina e il Pozzo etrusco. E poi ecco Gubbio, dall’anima gotica (Palazzo dei Consoli, le stradine acciottolate fino alla vetta del Monte Ingino, dove si erge la Basilica di Sant’Ubaldo), nota anche come la “città grigia”, per via delle sue case realizzate con la locale pietra calcarea. Mettendo i nostri passi nel solco di quelli lasciati da milioni di pellegrini, eccoci nei luoghi di San Francesco patrono d’Italia, immersi nella spiritualità di Assisi, la cui parte alta è dominata dalla Basilica dedicata al Santo e oggi dichiarata Patrimonio Unesco. Insieme alla Basilica di S. Maria degli Angeli, con la cappella della Porziuncola, e alla Chiesa di San Damiano, questo luogo intriso di storia e spiritualità merita una sosta anche per i preziosi affreschi di Giotto e Cimabue.

Assisi - Basilica © Achim Ruhnau

E tutto intorno, la quiete del Sacro Bosco ispira momenti di meditazione e riposo. Mezz’ora di strada e siamo a Spoleto, dominata dalla maestosa Rocca Albornoziana e dal suggestivo Ponte delle Torri che si staglia sul paesaggio, poco lontano da Piazza Mercato o del Foro, cuore del centro storico. Orvieto ci accoglie con il suo imponente Duomo, un capolavoro del gotico italiano con la sua facciata decorata e l’interno ricco di opere d’arte. Le sue radici etrusche sono nascoste nel sottosuolo: rete di cunicoli e grotte, arricchita da una serie di sculture e opere d’arte impresse nel tufo. Superando tre cinte murarie ad anello, siamo dentro Todi che, con il suo panorama mozzafiato sulla valle del Tevere, ci invita a scoprire la vivace Piazza del Popolo e la Cattedrale di Santa Maria Annunziata. Anche Trevi ha una singolare struttura a “chiocciola” ed è incastonata tra gli uliveti secolari dell’Umbria. Non a caso è nota come “Città dell’Olio”. Lo sguardo si fa invece stupefatto, a Foligno, perché al Museo della Stampa, si può ammirare la prima copia della Divina Commedia stampata da Gutenberg.

I quattro pilastri della tavola umbra

Se quattro sono gli elementi che rendono stupefacente il territorio umbro, quattro sono anche i prodotti che rendono speciale la cucina regionale. Intanto il vino e l’olio, con un’origine antica che risale agli Umbri e agli Etruschi. La produzione vitivinicola e i sapori decisi e strutturati del vino umbro sono certificati da Strade dedicate (del Cantico, del Sagrantino, Colli del Trasimeno, Etrusco-Romana); e l’olio umbro che vanta un’alta qualità che ha pochi pari in Italia per l’alta digeribilità. Ma il re indiscusso della cucina tradizionale è il maiale, intorno al quale è sorta una vera arte: la norcineria – presente a Norcia e in Valnerina fin dal Medioevo – che ha raggiunto livelli di eccellenza impareggiabili. Oltre al prosciutto di Norcia, i maestri norcini, richiamando memorie, tecniche, riti e ritmi della tradizione, producono anche altri insaccati, come la corallina, le salsicce e la porchetta, il capocollo e i salami di cinghiale tartufato. A proposito di tartufo, il suo aromatico profumo si riscopre in due specie: in quello nero di Norcia e di Spoleto e in quello bianco dell’Eugubino-Gualdese.