La Campania si gode dal mare
Con in sottofondo la voce di Pavarotti: la «vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento» (brano strappacuore di Lucio Dalla) è il posto ideale per ammirare il mare della Campania e il suo territorio nella sua interezza. E la scelta è: fermarsi qui, cedendo al canto ammaliatore delle Sirene (che proprio qui, secondo Omero, tentarono Ulisse) e darsi all’assaggio delle prelibatezze della zona: olio, pomodori, limoni (straordinari il limoncello e la delizia al limone), il provolone del monaco (re della tavola), gli gnocchi alla sorrentina, i totani alla sorrentina… oppure imbarcarsi verso il litorale partenopeo in cui vi aspettano le isole di Capri, Ischia e Procida. Capri, oltre agli iconici Faraglioni e le acque iridescenti della Grotta Azzurra offre la visita di Villa San Michele e il maestoso Monte Solaro. Per il bagno di folla, irrinunciabile una sosta nella famosa piazzetta, per il piacere di sentirsi come in un film (e imitare Jackie Kennedy, che qui amava passeggiare) tra negozi di grandi brand, ristoranti e laboratori artigiani.
Alle spalle di Sorrento, invece, si apre tutta la Costiera Amalfitana, che si stende da Positano a Vietri sul Mare, per 40 km di stupore a picco sul mare, comprendendo 15 comuni, tra i quali Amalfi la meravigliosa: un vero e proprio balcone sospeso tra l’azzurro dell’acqua e le verdi pendici dei monti Lattari, con terrazze coltivate ad agrumi, viti e ulivi. Già Repubblica Marinara, con un disegno urbano molto orientaleggiante tra labirinti di vicoli e scale, ad Amalfi l’emozione ha il colore giallo e il profumo intenso dei limoni IGP, chiamati “Sfusati” per la forma allungata e affusolata e il bouquet floreale del Ginestra (conosciuto come Biancatenera), vitigno eroico del DOC Costa d’Amalfi bianco. Passeggiando tra casette colorate, chiese, scalinate, stradine e muri maiolicati a Positano vi sentirete dentro un arcobaleno. Nella pittoresca Ravello vi ammalieranno i giardini e le architetture di Villa Cimbrone, dove la Terrazza dell’Infinito, colmerà di grazia il vostro sguardo. A Vietri sul Mare: la cupola di San Giovanni Battista, i vicoli, le botteghe, i ristoranti, le ringhiere… tutto suona con i colori allegri della sua tradizionale lavorazione della ceramica. Per concludere, risalite in barca dopo un tuffo nelle baie di Praiano e nel suggestivo Fiordo di Furore, ammirando la bellezza selvaggia di queste meraviglie sull’acqua.
Napoli, dove la nobiltà è di popolo
E la musica di Napoli? Beh, è quella dell’incessante vociare della gente, con il ritmo altalenante dei contrasti. Napoli è emblema di tutte le città del Sud: bella e impossibile, caotica e coinvolgente, ammaliante con il suo connubio tra cultura popolare e creatività artistica, tra grazia architettonica e genialità senza regola, tra opere di una bellezza mai vista e capolavori nascosti nel sottosuolo, tra antico e moderno fusi in una danza spiazzante di colori, profumi e ritmo. Ve ne accorgerete semplicemente passeggiando verso la grandiosa Piazza Plebiscito, che si apre di fronte al Palazzo Reale (per secoli il centro del potere di tutta l’Italia meridionale) e si chiude con il colonnato della Basilica di San Francesco di Paola. A due passi da qui c’è Castel Nuovo (anche se tutti lo chiamano Maschio Angioino, centro di cultura che ospitò artisti e letterati come Giotto, Petrarca e Boccaccio) e qualche passo più in là Castel dell’Ovo (antico forte ma anche monastero, carcere e residenza reale).
Se volete un coffee break, chiedete una tazzulella e’ cafe in uno degli storici caffè, dove l’arte non è solo gastronomica ma anche letteraria, architettonica, pittorica. Tra vie e piazze che rappresentano la sinfonia più autenticamente popolare di Napoli: via San Biagio dei librai, meglio nota come Spaccanapoli (perché taglia a metà l’abitato) rivela nel suo tragitto chicche di rara bellezza – come il Monastero di Santa Chiara e Piazza del Gesù – oltre a un crescendo di locali che offrono il meglio dello street food: la pizza a portafoglio – cioè piegata, take away, da mangiare passeggiando – e la pizza fritta (infatti dal 2017 l’arte del pizzaiolo è patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO); il cuoppo di fritture; il pagnottiello farcito con salumi e formaggio. Anche in via dei Tribunali si alternano i negozi di artigianato (a un certo punto incrociate via San Gregorio Armeno, la famosa strada dei presepi), bancarelle di pesce e frutta, in un tripudio di canzoni neomelodiche e lenzuola stese al vento. Qui c’è anche uno degli ingressi della Napoli Sotterranea, per un viaggio nella pancia della città, in un labirinto tra gallerie e cunicoli che raccontano di segreti, di intrighi e della Resistenza. A piazza San Domenico una delle più caratteristiche di Napoli è d’obbligo una sfogliatella (riccia o frolla) e adiacente trovate il gioiello della Cappella San Severo, dove la musica si fa misteriosa e i vostri cuori saranno trafitti dalla bellezza del Cristo Velato, una delle sculture più struggenti al mondo. E il murale dedicato a Maradona (altro genio che disegnava sinfonie col pallone) si trova nei Quartieri Spagnoli, tra i più folkloristici della città: uno dei vicoli è interamente dedicato a Totò, con una lunga trafila di opere di street art che ritraggono il Principe della risata nelle sue tradizionali maschere.